Houria – La voce della libertà

Valutazione
Consigliabile, poetico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amicizia, Danza, Disabilità, Dolore, Donna, Emigrazione, Famiglia - genitori figli, Giustizia, Libertà, Politica-Società, Solidarietà, Storia, Violenza
Genere
Drammatico
Regia
Mounia Meddour
Durata
98'
Anno di uscita
2023
Nazionalità
Francia
Titolo Originale
Houria
Distribuzione
I wonder pictures
Soggetto e Sceneggiatura
Mounia Meddour
Fotografia
Léo Lefèvre S.B.C.
Musiche
Yasmine Meddour, Maxence Dussère
Montaggio
Damien Keyeux
Produzione
The Ink Connection, High Sea Production

Interpreti e ruoli

Lyna Khoudri (Houria), Rachida Brakni (Sabrina), Amira Hilda Douaouda (Sonia), Nadia Kaci (Halima), Marwan Zeghbib (Ali), Meriem Medjkane (Amel), Zahra Manel Doumandji (Sana), Sarah Guendouz (Nacera)

Soggetto

Algeri, oggi. Houria vive con la madre e lavora con la sua amica Sonia come cameriera in un albergo. Il suo sogno è diventare una ballerina classica e per farlo si allena duramente con alcune compagne. Per comprare un’auto a sua madre di notte Houria scommette sugli incontri clandestini tra arieti. Tornando a casa con una consistente vincita la giovane viene seguita e aggredita. Si sveglia in ospedale ferita nel corpo e nell’anima.

Valutazione Pastorale

In concorso alla 17ᵃ Festa del cinema di Roma - Sezione Progressive Cinema, “Houria. La voce della libertà” è la seconda regia di Mounia Meddour. Classe 1978, madre russa e padre algerino ma cresciuta in Francia, la regista torna a raccontarci una storia ambientata in Algeria dopo “Non conosci Papicha” presentata a Cannes e vincitrice di due César nel 2020. La storia: Algeri, oggi. Houria (Lyna Khoudri, vista in “The French Dispatch” e “November. I cinque giorni dopo il Bataclan”) vive con la madre Sabrina e lavora con la sua amica Sonia come cameriera in un albergo. Il suo sogno è diventare una ballerina classica e per farlo si allena duramente con alcune compagne. Per comprare un’auto a sua madre di notte Houria scommette sugli incontri clandestini tra arieti. Tornando a casa con una consistente vincita la giovane viene seguita e aggredita. Si sveglia in ospedale con una caviglia fratturata. La violenza subita le ha tolto i sogni e la voce: Houria non parla più. Seguita con amore e apprensione da Sabrina (Rachida Brakni) e da Sonia (Hilda Amira Douaouda), comincia un lungo e faticoso percorso di riabilitazione, durante il quale conosce un gruppo di donne anch’esse segnate da traumi e lutti. Una madre che ha perso il figlio in un attentato; un’orfana passata da una famiglia adottiva all’altra; una non udente, due giovani rapite dai terroristi, un’altra rifiutata dal marito perché sterile e un’altra ancora che nasconde i suoi problemi nella bulimia. Intanto, accompagnata dalla madre, la giovane presenta la denuncia contro il suo aggressore. Purtroppo, ben presto scopre che l’uomo è un ex terrorista a cui sono riconducibili numerosi attentati, ma che, dopo essere stato “graziato”, è diventato praticamente intoccabile: “La giustizia ha fatto il suo corso, il caso è chiuso”. Houria non si arrende e si rivolge a una avvocato. Intanto impara la lingua dei segni e ricomincia a danzare. Non a livello professionistico certo, ma può insegnare alle sue nuove amiche, preparando con loro una coreografia. Le prove, però, non sono finite e Houria dovrà affrontare un nuovo grande dolore. “Houria. La voce della libertà” è una storia di resilienza e desiderio di libertà. Una storia di donne, in un Paese che ha scelto di mettere una pietra sopra il proprio recente passato, fatto di guerre civili e attentati terroristici: rimozione più che perdono. Un desiderio di libertà, emancipazione, in cui il silenzio, la voce spezzata sono il segno delle speranze tradite, delle possibilità negate. E allora non resta che la danza, su un terrazzo, in alto, alla luce del sole, con i segni che, nella coreografia, si fanno voce di chi, come Houria e le sue amiche, non rinuncia a tenere viva la speranza. La sceneggiatura è sovrabbondante, ma di storie, non di parole. La forza è nelle immagini, nei corpi delle donne, che la macchina da presa insegue, scruta ed esalta. Meravigliose le interpreti. Houria in arabo significa “libertà” e “donna indipendente”, perché, come dice Sonia: “Non è la fine del viaggio, ma l’inizio di una nuova vita”. “Houria. La voce della libertà” è consigliabile, poetico, adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte altre occasioni di dibattito. In presenza di minori è bene prevedere l'accompagnamento di adulti che aiutino a contestualizzare la vicenda.

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