Mi fanno male i capelli

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Amore-Sentimenti, Arte, Cinema nel cinema, Disabilità, Malattia, Matrimonio - coppia, Solidarietà-Amore
Genere
Drammatico
Regia
Roberta Torre
Durata
83'
Anno di uscita
2023
Nazionalità
Italia
Titolo Originale
Mi fanno male i capelli
Distribuzione
I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection
Soggetto e Sceneggiatura
Roberta Torre, Franco Bernini
Fotografia
Stefano Salemme
Musiche
Shigeru Umebayashi
Montaggio
Paola Freddi
Produzione
Stemal Entertainment, Rai Cinema con il contributo di MIC - DG Cinema e Audiovisivo, con il sostegno di Regione Lazio - Fondo Regionale per il Cinema e l'Audiovisivo

Presentato alla 18a Festa del Cinema di Roma (2023), Premio Monica Vitti miglior attrice per Alba Rohrwacher

Interpreti e ruoli

Alba Rohrwacher (Monica), Filippo Timi . (Edoardo), Marina Rocco (Luciana), Valentina Banci (Sonia), Maurizio Lombardi . (Ugo), Alessandro Averone (Claudio), Elio De Capitani (Neurologo), Nicole De Leo (Laura), Rocco Castrocielo (Ufficiale giudiziario), Olha Dibrova (Olga)

Soggetto

Monica è una giovane donna che sta perdendo la memoria. Per ridare un senso alla sua vita comincia a identificarsi con Monica Vitti, si veste come lei, la imita, recita scene dei suoi film più famosi. Il marito, Edoardo, accetta di vivere con lei questa finzione.

Valutazione Pastorale

Monica è una giovane donna che sta camminando lungo il litorale vicino Roma. Quando vede un ragazzo, gli si avvicina, e gli confessa il suo stato particolare. L’uomo gentilmente la accompagna in una casa di fronte dove lei può finalmente rivelare di avere perso la memoria. È l’inizio di “Mi fanno male i capelli”, nuovo film di Roberta Torre, in concorso alla 18ª Festa del Cinema di Roma. Il titolo, che mette in campo forte curiosità e non pochi interrogativi, arriva da Michelangelo Antonioni e da un passaggio della sua emblematica filmografia. Molti titoli del grande regista ferrarese propongono infatti espressioni che suscitano incertezze e perplessità. La definizione di autore della incomunicabilità nasce proprio dal suo posizionarsi dove la comunicazione tra le persone diventa ardua e complicata. Ecco allora la scelta del personaggio principale, che si chiama proprio come quello che lei ha scelto per ridare un senso alla sua vita. Quando capisce che è sul punto di imboccare la strada che la porterà alla perdita della memoria, Monica comincia a identificarsi con i personaggi dei film interpretati da Monica Vitti. Accanto a lei, il marito Edoardo, molto innamorato, accetta che questo gioco, talvolta triste e fonte di solitudine, diventi la loro nuova realtà. Lui con dolcezza asseconda i suoi momenti di assenza e di lontananza, lei con espressioni velate da un triste sorriso porta avanti il suo dialogo con l’attrice che è diventata il suo nuovo “alter ego”. Capita però che, ripercorrendo la filmografia della Vitti, la Monica di oggi allarghi lo spettro dei suoi fantasmi ad altri attori, in primis ad Alberto Sordi, che è stato tra i compagni di lavori più assidui e puntuali dell’attrice. Così la finzione si espande e, vicino ai momenti difficili e problematici dei film di Antonioni (“L’eclisse”; “La Notte”; “Deserto Rosso”) ecco la coppia Sordi/Vitti, ora tragica ora comica: “Amore mio aiutami”, “A mezzanotte va”, “Polvere di Stelle”. Con questo ultimo titolo in particolare, la Monica contemporanea entra in un cinema, dove l’assenza di spettatori è dominante, e mette in scena la sua ultima recita. Nata a Milano il 21 settembre 1962, Roberta Torre, dopo il primo film “Tano da morire” del 1997, ha firmato altri otto lungometraggi con una notevole versatilità di argomenti e di scelte e l’insolita presenza di alcuni musical siciliani. “Tema di questo film – ha detto – è anche la perdita della memoria emotiva, storica. Memoria e identità sono legate profondamente, cancellando il passato l’identità scompare”. Questo film della Torre è tanto singolare quanto per più versi affascinante per luoghi, ambienti, luci, colori, e per la presenza di due attori molto convincenti quali Alba Rohrwacher – che per questo ruolo ha vinto il Premio “Monica Vitti” per la miglior interprete alla Festa del Cinema di Roma – e Filippo Timi. Il film, anomalo e originale, aiuta a farsi largo nella dimensione anche psicanalitica della perdita della memoria. Da utilizzare come occasione per parlare di cinema nel cinema. Consigliabile, problematico, per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria anche come occasione per parlare di cinema nel cinema.

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