The miracle club

Valutazione
Consigliabile, Problematico, Adatto per dibattiti
Tematica
Aborto, Amicizia, Amore-Sentimenti, Anziani, Bambini, Chiesa Cattolica, Disabilità, Dolore, Donna, Famiglia, Famiglia - fratelli sorelle, Famiglia - genitori figli, Fede, Malattia, Matrimonio - coppia, Solidarietà, Tematiche religiose
Genere
Commedia - Dramma
Regia
Thaddeus O'Sullivan
Durata
91'
Anno di uscita
2024
Nazionalità
Irlanda/Regno Unito
Titolo Originale
The Miracle Club
Distribuzione
Europictures
Soggetto e Sceneggiatura
Jimmy Smallhorne, Timothy Prager, Josh Maurer
Fotografia
John Conroy, I.S.C.
Musiche
Edmund Butt
Montaggio
Alex Mackie, ACE
Produzione
Zephyr Films, City Films Entertainment, City Films I, Ingenious Media, ShinAwil Productions

Interpreti e ruoli

Maggie Smith (Lily Fox), Laura Linney (Chrissie Ahearn), Kathy Bates (Eileen Dunne), Stephen Rea (Frank Dunne), Agnes O'Casey (Dolly Dunne), Mark O'Halloran (Padre Dermot Byrne), Mark McKenna (George Hennessy), Niall Buggy (Tommy Fox), Hazel Doupe (Cathy)

Soggetto

Ballygar, Dublino, 1967. Lily, Eileen e Dolly sono tre amiche che vorrebbero andare a Lourdes in Francia, in un pellegrinaggio organizzato dalla parrocchia. Al gruppo si aggiunge anche la loro vecchia amica Chrissie, residente da tempo negli Stati Uniti. Arrivate al santuario, tutte si confrontano con il bisogno disperato di un segno di grazia e al contempo con irrisolti del passato che faticano persino a confidare…

Valutazione Pastorale

Che bella sorpresa “The Miracle Club”, la commedia con pennellate drammatiche diretta da Thaddeus O’ Sullivan, su soggetto di Jimmy Smallhorne, che vede protagoniste le attrici Premio Oscar Maggie Smith e Kathy Bates insieme a Laura Linney e Agnes O’Casey. Una storia ammantata di riflessioni religiose che in verità si snoda come un “on the road movie” dell’anima. Nell'Irlanda del 1967 Lily, Eileen e Dolly sono tre amiche che vorrebbero andare a Lourdes in Francia, in un pellegrinaggio organizzato dalla parrocchia. Al gruppo si aggiunge anche la loro vecchia amica Chrissie, residente da tempo negli Stati Uniti. Arrivate al santuario, tutte si confrontano con il bisogno disperato di un segno di grazia e al contempo con irrisolti del passato che faticano persino a confidare… “Mia madre – ha raccontato lo sceneggiatore Jimmy Smallhorne – si prendeva cura da sola di otto figli più mio padre, erano dieci pasti, tre volte al giorno. Tutte le donne che vivevano sulla mia via erano eroiche, carismatiche, personaggi affascinanti. Erano resilienti nonostante le difficoltà e avevano fede”. “The Miracle Club” è una bella e convincente proposta che mette a tema la fede, il Mistero, ma soprattutto il bisogno di perdono, di sapersi perdonare. Più che approfondire uno spazio di fede, nello specifico il santuario francese – al cinema raccontato nel 2009 da “Lourdes” firmato da Jessica Hausner e nel 2020 dal documentario omonimo di Thierry Demaizière e Alban Teurlai –, la commedia “The Miracle Club” si sofferma sulla dimensione umana, sulle sofferenze recate da traumi o silenzi del passato. Ognuna delle protagoniste custodisce nell’animo un segreto, un tormento, che non dà tregua e ammala la vita di tutti i giorni. Ognuna di loro, in maniera diversa, si accosta al santuario con una speranza. Alla fine, però, la vera salvezza non giunge dalla manifestazione della grazia, dal miracolo, bensì dalla capacità di ascoltarsi, di confidarsi e, sì, di perdonarsi a vicenda. È il perdono, infatti, più che il miracolo effettivo, a salvare sollevando da oppressioni insopportabili. Il viaggio di queste quattro amiche nel Sud della Francia si tramuta pertanto in un percorso riparatore, di riconciliazione, che libera dalle sofferenze e apre alla salvezza nel quotidiano. “The Miracle Club” è un’ottima commedia, densa di temi complessi (la morte, la disabilità, la malattia, il trauma dell’aborto, l’abbandono) gestiti però con grazia e gentilezza, che attrici maiuscole governano in maniera puntuale e rispettosa. Consigliabile, problematico-poetico, adatto per dibattiti.

Utilizzazione

Il film è da utilizzare in programmazione ordinaria e in molte altre occasioni di dibattito. In presenza di minori è bene prevedere l'accompagnamento di adulti o educatori che aiutino a contestualizzare e approfondire i temi in campo.

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