SERVIZIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

Prevenzione e percorsi di cura ad hoc per disabili

L'appello di Anffas, Uniti per l'autismo, Angsa, Sima e Cnr per avviare un modello nuovo di sorveglianza attiva nelle residenze per evitare il contagio. Speziale: non sono persone sacrificabili
21 Aprile 2020

di Alessia Guerrieri (Fonte: www.avvenire.it)

Un appello alle istituzioni perché si attivi un «modello di sorveglianza attiva» che tuteli le fasce più fragili della popolazione, a partire dalle persone con disabilità intellettiva e cognitiva. A richiederlo, con una lettera-appello, Anffas, Uniti per l’Autismo, Angsa e dalla Società italiana di medicina ambientale – Sima, a cui ora si aggiunge il supporto dell’Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche – Cnr. L’appello, lanciato dalle associazioni e condiviso da una crescente parte della comunità scientifica, ha obiettivo di portare l’attenzione sulla forte criticità delle residenze, per avviare un urgente intervento sia nelle strutture già coinvolte sia in quelle finora risparmiate da Covid-19.

Da qui la richiesta di avviare «urgentemente efficaci strategie di previsione e prevenzione dell’ulteriore diffusione della pandemia». Per questo, sostengono i firmatari, «è necessario attuare una oculata gestione del territorio, risparmiando i presidi ospedalieri dal contagio ed evitando che diventino essi stessi amplificatori della diffusione». Oltre agli anziani e alle persone con preesistenti situazioni di stress metabolico, infatti, le persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo «costituiscono una popolazione a rischio, come confermano le segnalazioni che giungono dalle Residenze sanitarie per persone con disabilità e dai familiari».

Quello che sta emergendo in alcune Rsa – sottolinea così Roberto Speziale, presidente nazionale Anffas, «ancora una volta ha dimostrato che le necessità, i bisogni ed in questo caso particolare la salute delle persone con disabilità, in particolare intellettive e con disturbi del neurosviluppo, delle loro famiglie e di tutti coloro che lavorano con e per loro, sono considerate come sacrificabili, meno importanti di quelle degli altri cittadini». Da qui la necessità, aggiunge, «dopo aver sin dall’inizio dell’emergenza sanitaria chiesto provvedimenti e protocolli ad hoc», mettere in pratica in tempi brevi un nuovo modello di sorveglianza attiva che prevede l’esecuzione di tampone a tutti gli ospiti e operatori delle strutture, «con periodica rivalutazione»; l’immediato isolamento delle persone risultate positive, «indipendentemente dalla sintomatologia, con allontanamento immediato di operatori positivi e trasferimento degli ospiti positivi in settori o strutture dedicati»; l’allestimento di strutture o settori di isolamento per gli ospiti positivi «con efficaci zone filtro, mediante riorganizzazione degli spazi interni delle residenze o utilizzo di altre strutture messe a disposizione da Ast o Comune di appartenenza»; inoltre per gli ospiti sintomatici, «strumenti diagnostici e protocolli approvati e aggiornati per l’assistenza domiciliare e ospedaliera non intensiva». In più, l’adeguamento del personale in forza nelle residenze, attraverso «l’attivazione di bandi per richiamare personale qualificato ancorché per adesione volontaria ed incentivato a fornire la propria collaborazione», accanto all’attivazione di percorsi di telemedicina, monitoraggio e training per operatori e familiari per garantire la continuità degli interventi terapeutici ed il supporto necessario durante l’emergenza sanitaria.