SERVIZIO NAZIONALE PER LA PASTORALE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ
DELLA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA

“Le persone con disabilità nei conflitti armati”

È il titolo di una sessione della Conferenza "La protezione internazionale delle persone vulnerabili nei conflitti armati". Si è svolta a Roma. Qui in sintesi gli interventi dei relatori.
14 Ottobre 2025

14Si è svolta a Roma, Palazzo Venezia, lo scorso 3 ottobre, la Conferenza "La protezione internazionale delle persone vulnerabili nei conflitti armati". Articolata in tre sessioni: persone con disabilità, donne, minori. Raccontiamo in sintesi la sessione "Le persone con disabilità nei conflitti armati". In atto un cambiamento di paradigma.

La ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli (foto) ha aperto la Conferenza citando la Carta di Solfagnano, frutto del primo G7 Inclusione e Disabilità, che, a un anno dalla sua stesura, sarà presto oggetto di un nuovo confronto su quanto fatto finora. Del resto il punto 8 della Carta si concentra sulla “Prevenzione e gestione della preparazione per le emergenze e per le situazioni di gestione post-emergenza, incluse le crisi climatiche, i conflitti armati e le crisi umanitarie”. In perfetta sintonia con l’incontro dello scorso venerdì 3 ottobre a Roma presso Palazzo Venezia, “La protezione internazionale delle persone vulnerabili nei conflitti armati”, promosso dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, la SIOI – Società italiana per l’Organizzazione internazionale e la Croce Rossa Italiana. «Oggi la disabilità non è più un mondo a parte – ha sottolineato la ministra –. La Riforma della Disabilità in Italia, con la sua sperimentazione graduale entrata nella seconda fase iniziata lo scorso 30 settembre, cambia la prospettiva. Si investe su valore, competenza e capacità di ciascuno».

Giulio Bartolini, coordinatore del Comitato scientifico – sezione Diritto Internazionale Umanitario della Croce Rossa ItalianaDi cambio di paradigma ha parlato anche Giulio Bartolini, coordinatore del Comitato scientifico – sezione Diritto Internazionale Umanitario della Croce Rossa Italiana, nella sessione dell’incontro dedicata alle “Persone con disabilità nei conflitti armati”, evidenziando l’urgenza di superare l’invisibilità delle persone con disabilità in contesti di conflitto. «Il tema lo affronto in un’ottica giuridica – ha spiegato – per capire come possiamo attagliare le norme alla necessità di applicarle a vantaggio delle persone con disabilità. Intendiamoci, certe norme di diritto umanitario esistono, ma hanno carattere generale: devono essere poi calate alle particolari esigenze».

Bartolini ha proposto alcune linee di azione concrete, sottolineando che le forze armate, così come già hanno specializzazioni sulle problematiche di genere nei conflitti, potrebbero sviluppare attenzione specifica per le persone con disabilità, anche attraverso corsi di formazione.

Ha poi approfondito le complessità operative: «L’evacuazione dei civili in presenza di potenziali attacchi, la tutela dei rifugi, la gestione di comandi e ordini in circostanze di conflitto non è uguale per tutti. Alcune persone, ad esempio con disabilità intellettive o con disturbi del neurosviluppo, possono non rispondere come atteso, ma questo non significa che debbano diventare bersagli. Purtroppo è accaduto anche questo». Bartolini ha ricordato quanto sia difficile anticipare e pianificare certe situazioni senza una rete di competenze e sensibilità adeguate, sottolineando l’importanza di mettere a sistema expertise delle forze armate, delle organizzazioni umanitarie e delle associazioni che tutelano le persone con disabilità, con un coinvolgimento diretto di chi rappresenta questi soggetti nella fase di programmazione.

Serafino Corti, coordinatore scientifico dell’Osservatorio nazionale per le DisabilitàNella stessa sessione il prof. Serafino Corti, coordinatore scientifico dell’Osservatorio nazionale per le Disabilità, ha richiamato l’attenzione sul fatto che circa il 15% della popolazione mondiale vive una condizione di disabilità, temporanea o permanente, e che questo dato impone di considerare la disabilità come una priorità nelle politiche di protezione. Corti ha spiegato: «L’Osservatorio sta predisponendo un piano d’azione che includerà una linea specifica dedicata alla protezione delle persone con disabilità nelle condizioni di emergenza. La convenzione ONU e il diritto internazionale umanitario offrono strumenti importanti, ma bisogna tradurli in applicazioni concrete». Ha inoltre sottolineato che in situazioni di conflitto le regole normalmente vigenti vengono meno, esponendo questa popolazione a rischi ulteriori, sia per la salute sia per la vita stessa.

Cristina Azzarello. esperta del settore umanitario presso la rappresentanza italiana a GinevraTerzo e ultimo intervento per la sessione “Persone con disabilità nei conflitti armati”, quello della dottoressa Cristina Azzarello. Esperta del settore umanitario presso la rappresentanza italiana a Ginevra, Azzarello ha illustrato il ruolo crescente dell’Italia sul piano internazionale. Ha citato come iniziative chiave il pledge sottoscritto con la Croce Rossa Italiana nell’ottobre 2024, la candidatura dell’Italia al Consiglio dei diritti umani e il sostegno alla finalizzazione del commento generale alla CRPD – Convention on the Rights of Persons with Disabilities, che fornirà linee guida operative su come interpretare la disabilità nei conflitti e nelle calamità naturali. «Il rilievo operativo è fondamentale», ha dichiarato Azzarello. «Oltre ai concetti di base, l’Italia punta su strumenti pratici: dall’accessibilità all’inclusione, fino alle procedure di evacuazione».

Secondo Azzarello, il percorso italiano si distingue proprio per la concretezza degli strumenti operativi più che per innovazioni concettuali: manuali militari, linee guida della protezione civile e protocolli di intervento sono orientati a trasformare principi e norme in azioni reali sul campo. L’Italia, grazie anche all’attività di advocacy internazionale del ministro Locatelli, sta facendo crescere la rilevanza del tema in forum come Ginevra e New York, valorizzando la propria expertise e promuovendo iniziative che altri Paesi considerano modelli di riferimento.

Complessivamente, la sessione ha messo in luce un cambiamento di paradigma: le persone con disabilità non devono più essere considerate soggetti marginali, ma protagonisti di politiche di protezione internazionale. L’obiettivo condiviso dai relatori è chiaro: tradurre consapevolezza, norme giuridiche e buone pratiche in azioni operative concrete, in grado di garantire dignità, sicurezza e inclusione anche nei contesti più complessi e rischiosi dei conflitti armati.

Slide con il titolo della Conferenza e i promotori