«È un momento doloroso e di grande sofferenza per tutta la Chiesa. Affidiamo all’abbraccio del Signore il nostro amato Papa Francesco, nella certezza, come lui stesso ci ha insegnato, che “tutto si rivela nella misericordia; tutto si risolve nell’amore misericordioso del Padre”». È la dichiarazione del card. Matteo Zuppi, presidente della CEI, subito dopo la morte di Papa Francesco, avvenuta alle ore 7.35 di lunedì 21 aprile 2025.
Qui vogliamo ricordare alcuni abbracci e le importanti parole che ci ha lasciato. Parole che ci accompagneranno sempre. E che hanno contribuito a cambiare lo sguardo sulla disabilità.
Dal discorso di Papa Francesco: «Questi fratelli e sorelle non sono soltanto in grado di vivere una genuina esperienza di incontro con Cristo, ma sono anche capaci di testimoniarla agli altri. Molto è stato fatto nella cura pastorale dei disabili; bisogna andare avanti, ad esempio riconoscendo meglio la loro capacità apostolica e missionaria, e prima ancora il valore della loro “presenza” come persone, come membra vive del Corpo ecclesiale. Nella debolezza e nella fragilità si nascondono tesori capaci di rinnovare le nostre comunità cristiane».
In occasione della Giornata mondiale della consapevolezza sull'autismo
«Un aspetto essenziale della cultura dell’inclusione è la possibilità per le persone con disabilità di partecipare attivamente. Non chiuderle, no, partecipare. Metterle al centro vuol dire, oltre che abbattere le barriere fisiche, anche far sì che possano prendere parte alle iniziative della comunità civile ed ecclesiale dando il loro contributo. A tale scopo, si tratta di sostenere il loro progetto di vita attraverso l’accesso all’educazione, all’occupazione e agli ambiti del tempo libero, in cui socializzare ed esprimere la propria creatività».
Vedi il servizio del TG2000 dell'1 aprile 2022:
Nel video che segue, della Rete Mondiale di Preghiera, il Pontefice chiede un cambio di sguardo. Un estratto: «si tratta di cambiare un po’ la nostra mentalità per aprirci ai contributi e ai talenti di queste persone con diverse abilità, sia nella società che nella vita della Chiesa. E quindi, creare una parrocchia completamente accessibile non significa solo eliminare le barriere fisiche, ma anche capire che dobbiamo smettere di parlare di "loro" e cominciare a parlare di "noi"».
«Garantire servizi adeguati alle persone con disabilità non è solo una questione di assistenza – quella politica dell’assistenzialismo: no, non è questo – ma di giustizia e di rispetto della loro dignità. Tutti i Paesi, pertanto, hanno il dovere di assicurare le condizioni perché ogni persona possa svilupparsi integralmente, in comunità inclusive».