«We sign for human rights». È il motto scelto dalle Nazioni Unite per celebrare la quarta edizione della Giornata internazionale delle lingue dei segni. Di queste ce n’è una grande varietà: secondo la Federazione mondiale dei sordi (Wfd) sono circa trecento gli idiomi utilizzati da oltre settanta milioni di persone sorde. «Questa massima mi ispira dignità. Per anni si è pensato che l’assistenzialismo fosse l’unica risposta possibile per chi ha una fragilità. Invece, rileggendo la Bibbia si coglie la visione di Dio e di Gesù che è completamente altra». È quanto dice a «L’Osservatore Romano» suor Veronica Amata Donatello, responsabile del Servizio nazionale della Cei per la pastorale delle persone con disabilità e interprete della lingua dei segni. ...
» vai all'articolo di Giordano Contu, L'Osservatore Romano, del 23 settembre 2021