Parlano i responsabili di due Fondazioni che accolgono nelle loro residenze anziani e disabili , in queste settimane al centro delle indagini della Procura di Milano. "Di fronte all'emergenza ci siamo trovati soli, con poche risorse e strumenti, tuttavia non ci siamo mai tirati indietro nel proteggere e curare i nostri ospiti". "Anche i nostri medici e infermieri sono eroi. Vorremmo si parlasse delle persone fragili che abbiamo salvato e continuiamo a salvare"
Se in prima linea nella guerra contro il il Sars-CoV-2 sono certamente gli ospedali, non si può trascurare l’impegno e la fatica con i quali nelle residenze sanitarie per anziani non autosufficienti (Rsa) e in quelle per disabili (Rsd) medici, infermieri, educatori e ausiliari stanno combattendo fin dall’inizio con professionalità e abnegazione, spesso di fronte a scarsità di risorse e strumenti, la battaglia per difendere i loro ospiti dall’epidemia. Realtà sulle quali si sono accesi nelle ultime settimane i riflettori dei media a causa di indagini in corso da parte di alcune Procure, in primis quella di Milano, per l’elevato numero di decessi di anziani registrato in diverse Rsa e case di riposo soprattutto in Lombardia, Veneto, Piemonte e Lazio. Secondo l’Osservatorio dell’Istituto superiore della sanità sulle Rsa, dal primo febbraio al 14 aprile, nelle strutture di tutto il territorio nazionale sono morte 6.773 persone, decessi però non tutti riconducibili a Covid-19.
vai all'articolo, di Giovanna Pasqualin Traversa - agensir.it