La prima cosa bella di martedì 14 aprile 2020 sono le “voci viste”, quelle di papi e presidenti, tradotte, nel riquadro in basso degli schermi tv, in linguaggio dei segni. Ci sono effetti collaterali positivi della reclusione. Nel book crossing del palazzo dove abito ho trovato Vedere voci di Oliver Sacks e ricostruito la storia di questa “lingua ritrovata”. Il punto di svolta fu la volontà compassionevole dell’abate de L’Epée che s’imbatté nell’umile pratica dei segni usata dai sordi poveri che vagavano per Parigi nel Settecento. Come sempre è dall’incontro di un ideale con un comportamento della gente comune che nasce un cambiamento. A volte, una rivoluzione. Tra tutti gli interpreti visti in questi giorni la più straordinaria è suor Veronica Donatello. Ho cominciato a seguirla durante la Via Crucis su Tv 2000. Rendeva non soltanto le parole, ma le sensazioni. Ti mostrava la sofferenza dei carcerati, il rimorso dei consapevoli, i continui inciampi dell’esistenza. Ho cercato la sua storia: è nata da genitori sordi, ha una sorella sorda e con problemi psichici. Erano su strade scollegate, ha trovato il ponte che la conducesse a loro, l’ha adornato e fortificato. Ogni udente che impara quel linguaggio è doppiamente efficace, perché si esprime nel linguaggio dell’amore. (vai all'articolo)